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Mondiale e Mito Vale prende tutto
Il Dottore ipoteca il suo ottavo titolo ed eguaglia Agostini «Facile lottare con Vermeulen: provate a battere me adesso»



Dall'inviato
Paolo Scalera
MISANO - L'investitura, per Valentino, è arrivata addirittura alla partenza, prima che Casey Stoner perdesse l'anteriore del­la sua Ducati finendo in terra all' 8 º giro mentre conduceva, come a Brno, la gara. Il baciamani di Maradona al Fenomeno, già schierato al fianco della sua Yamaha, è sta­to un gesto pieno di significati: non capita tutti i giorni che un Mito si inchini davan­ti ad un altro Mito.
Per questo motivo, e perché, a Misano, Rossi ha conquistato la 68ª vittoria egua­gliando il mitico Agostini, vincendo prati­camente il suo 8º Mondiale, si può dire che nel 13º Gran Premio della stagione Valen­tino abbia vissuto la sua giornata perfetta. Fuori Stoner, infatti, così come in Repub­blica Ceca la gara non è esistita: Lorenzo, compagno di squadra di Rossi, ha tenuto il suo passo completando il successo della ca­sa di Iwata, mentre (magra consolazione) Toni Elias con la Ducati Satellite è salito per la seconda volta conse­cutiva sul podio, battendo il connazionale Pedrosa alla sua ultima gara con la Hon­da gommata Michelin.
Un cambio clamoroso che può essere considerato un ulteriore successo per il pe­sarese, visto che lui l'aveva chiesto e ottenuto con mag­giore eleganza già l'anno passato.
ERRORE - « E' stato un fine settimana difficile - ha spie­gato Sua Velocità - qui a Mi­sano tutti mi volevano vede­re, incontrare, toccare ed è stato bello, ma anche com­plicato perché in questa confusione ho fa­ticato a rimanere concentrato. Sono parti­to bene ma, come al solito, Stoner è parti­to meglio ed anche Pedrosa mi ha supera­to facendomi perdere un po' di tempo. Co­sì quando me ne sono liberato, al secondo giro, avevo già perso due secondi, che al terzo sono diventati tre. Da lì in poi, però, mi sono messo sul passo di Casey ed al quarto, quinto e sesto giro gli ho mangiato qualche decimo. Finché l'ho visto cadere» .
A quel punto la gara era fi­nita.

« Ho continuato a tirare perché ho visto che, alle mie spalle, Lorenzo non molla­va. Sinceramente sono sicu­ro che a Brno l'avrei preso, Stoner. Qui, non lo so con certezza. Posso dire però che una cosa è battere Ver­meulen, come lui ha fatto l'anno passato. Contro la Su­zuki, forse, Casey poteva trovare quei tre, quattro decimi che man­cavano. Contro Valentino Rossi è un altro paio di maniche! » .
Un errore di Stoner, la scivolata, dun­que?

«In quella curva lui passava sempre mol­to stretto, gli è partita davanti. Io stavo spingendo e lui, magari, ha provato a spin­gere un po' di più... anch'io in quel punto avevo avuto un avviso dalla gomma ante­riore. Comunque, sapete, è sempre diffici­le giudicare: io ho preso un brutto rischio, un'imbarcata al primo giro, quando ero con Pedrosa e sarei potuto finire in terra e la storia sarebbe stata molto diversa » .
UFO - La storia è che con la vittoria nume­ro sei il pilota della Yamaha ha pratica­mente vinto l'ottavo titolo iridato, il sesto della classe regina.

«E' stata molto importante la gara di La­guna Seca. Nelle tre corse precedenti, Do­nington, Assen ed il Sachsenring, Casey era stato di un altro pianeta. Un Ufo. In America, grazie al mio successo, si è rotto qualcosa. Stoner fa sembrare facili cose che in realtà sono molto difficili, ma non è imbattibile lui come non sono imbattibile io. Per le ultime gare mi aspetto grandi bat­taglie, ma Stoner dovrà imparare a cam­biare tattica ed affrontarmi. Uno contro uno » .
Un Gran Premio, quello, il cui svolgi­mento non è piaciuto all'australiano, che non ha mancato di dirlo a chiare lettere. Anche se poi è parzialmente ritornato sui suoi passi.

«A Laguna, Stoner ha fatto una brutta fi­gura con tutti, chiunque abbia visto la ga­ra lo avrà pensato, ma sta affrontando il miglior Rossi della sua carriera. Non è sta­to facile arrivare a questo livello, ho dovu­to fare scelte difficili, ma ho trovato l'aiuto delle persone giuste e sono riuscito ad in­vertire una tendenza» . Per la seconda volta Rossi ha visto il suo avversario scivolargli davanti. Cosa ha provato: felicità, sollievo...?

« A Brno l'ho visto chiaramente perché ero più vicino. Qui ho avuto un’emozione, ma non ci sono stato a pensare troppo, mancavano ancora diciotto giri e in quei casi non si può perdere troppo tempo. De­vi guardare avanti, non indietro»


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MessaggioInviato: lun 01 set, 2008 4:15 pm 
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SOLO ISTANBUL RESTA TABU’


VALENTINO Rossi ha vinto su tutte le piste su cui ha corso in clas­se regina. Meno una. Resta tabù Istanbul: tre GP (2005-07), 3 ko
7 vittorie MUGELLO (GP d’Italia)
5 vittorie DONINGTON (Gran Bretagna) JEREZ (Spagna) PHILLIP ISLAND (Australia) BARCELLONA (Catalogna) ESTORIL (Portogallo)
4 vittorie BRNO (Rep. Ceca) JACAREPAGUA (Brasile) SEPANG (Malesia)
3 vittorie SACHSENRING (Germania) SUZUKA (Giappone) LE MANS ( Francia)
2 vittorie VALENCIA (Comunità Valenciana) WELKOM (Sudafrica) SHANGHAI (Cina) LOSAIL (Qatar)
1 vittoria MOTEGI (Pacifico) LAGUNA SECA ( Usa)


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MessaggioInviato: lun 01 set, 2008 4:16 pm 
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Stoner: Io non cambio
«Sto già pensando al 2009. La Ducati è forte, andrò sempre all’attacco



Dall'inviato
Paolo Scalera
MISANO - Il Mondiale gli è sfuggito a Brno, ma a Misano Casey Stoner ci ha get­tato su un pugno di terra. Ciononostante un'ora abbondante dopo la conclusione del Gran Premio sul volto da bambino dell'au­straliano c'è il solito sorriso e nessuna traccia di amarezza. Come se la caduta - la terza consecutiva - fosse un fatto inelutta­bile.

« Fra le tre non c'è nulla in comune ­spiega il pilota della Ducati - sono dispia­ciuto, ma non stavo tirando al limite. In prova avevo girato molto più forte senza problemi. Non stavo rischiando. Certo, è davvero un grande peccato che un fine settimana dove abbiamo dimostrato un co­sì alto livello di prestazioni sia finito in questo modo. Nella mattinata, nel corso del warm up, avevamo deciso di fare un giro con la gomma da gara per rodarla e toglierle il lucido sulle spalle, per miglio­rarne l'aderenza, una cosa che avevamo già fatto in passato senza alcun problema. Oggi invece, fin dal primo giro, mi sono re­so conto che il grip non era lo stesso. In ogni caso dopo un po' ho cominciato ad avere una sensazione migliore e a ritrova­re fiducia, poi, senza che stessi spingendo eccessivamente, l’aderenza mi ha tradito senza preavviso. Ho provato a rialzare la moto, ma un manubrio si era rotto » .
RISCHI - Magari c'è da biasimare la tatti­ca di gara, sempre la stessa, un tentativo di fuga. Ma non sarebbe stato meglio ri­mandare lo scontro agli ultimi giri?

« Ognuno ha il suo modo di correre. Io l'anno passato facendo così ho vinto dieci gare e quattro quest'anno. Inoltre qui a Mi­sano, per via del problema alla mano sini­stra, non ero al cento per cento in frenata e avrei sofferto in un duello ravvicinato. E' un vero peccato, ma in ogni caso ci ab­biamo provato con tutte le nostre forze, di­mostrando di essere molto veloci, di ave­re una grande moto e ottime gomme. Que­sto mi dà fiducia per il prossimo anno per­ché è a quello che sto già guardando. Per quanto riguarda la mano, non sono con­tento che sia emerso questo problema ma in ogni caso dovrò aspettare fino alla fine della stagione per operarmi» .
Valentino ha avuto l'impressione che Stoner fosse al limite.

« Non è così: non ho spinto troppo. Ho corso rischi maggiori in diverse gare nel 2007. La mia esperienza era minore. Ora faccio meno errori. Comunque se osserva­te i tempi e li confrontate con quelli in pro­va capirete facilmente che non sono mai andato al limite » .
Mai avuto la tentazione di cambiare strategia? E' una domanda lecita, ma la ri­sposta di Stoner è secca.
«Nel 2009 correrò ancora come ho corso oggi. Ci sono degli anni in cui va tutto be­ne e si è fortunati e altri in cui, invece, va tutto storto» .
Lo ha capito anche Filippo Preziosi, nel box, quando si è portato entrambe le ma­ni al volto. E non è stato un bello spettaco­lo. Inoltre - ma forse questa è solo una im­pressione personale - veder cadere un pi­lota in testa con tre secondi di vantaggio sull'inseguitore dopo appena sette giri di gara è una cosa che fa star male. Ancor di più perché con questo - come lo vogliamo chiamare, errore? eccesso di fiducia? - la Ducati stacca il numero uno dal cupolino della GP8 e lo consegna alla Yamaha.
MISTERO - «Mi spiace molto per la cadu­ta di Casey - è la risposta, scontata, del progettista della Desmosedici - Credo co­munque che in questi momenti una squa­dra debba essere unita e quindi noi ripar­tiamo da qua, con una buona moto, un ot­timo team e un grandissimo pilota: io so­no orgoglioso di lavorare con Casey Sto­ner. In prova lui aveva girato in 1.34.3, tempi ottenuti con il serbatoio pieno ed in assetto da gara. Nel momento della scivo­lata invece stava girando in 1.34.9» .
«Casey è un pilota straordinario - gli ha fatto eco Claudio Domenicali, capo della Ducati - ma è un essere umano. Comun­que ha una grande forza, e lo ha dimostra­to centrando sette pole consecutive. La ca­duta di Misano è inspiegabile » .
Sarà pure inspiegabile, ma anche se si vuole a tutti i costi assolvere Casey Stoner per quanto ha fatto vedere in passato, quantomeno si deve ammettere che in questa occasione, così come a Brno, se non a Laguna Seca, ha gettato al vento due grandissime occasioni di far soffrire Va­lentino Rossi e la Yamaha sino all'ultimo Gran Premio, servendogli il titolo su di un piatto d'argento. Un vecchio motto delle corse dice: per vincere le gare prima biso­gna finirle. Vale anche per la Ducati.


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Rossi, mani sul Mondiale
"Secondo posto da sfigati"
Il pilota della Ducati è vicino al traguardo dell'ottavo titolo iridato. A cinque gare dalla fine Stoner è lontano 75 punti. "La svolta è stata negli Usa, Casey andava forte e sembrava un Ufo". Ora però niente calcoli: "Voglio vincere sempre"

il giornalista arriva secondo sicuro.
ciao Luisa


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El mágico Guru de Cataluña
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