e l'articolo sempre di masetti da motonline.com:
Monterey (Usa) - Il nostro Gp degli Stati Uniti, che non si disputava dal 1994, inizia a Hollister, qualche chilometro tra le pianure agricole e le colline bionde della California. Qui girarono "Il Selvaggio", il film con Marlon Brando, manifesto della ribellione a due ruote, un "sentire" la moto che negli USA c'è sempre stato. Un po' ribelli, un po' fuori dalla società, uno spirito che resta... Arriva l'asettico mondo del motomondiale, abituato alla sicurezza per prima, alle sale stampa faraoniche di Sepang e Shangai, ed eccoci tutti sotto un tendone, stile Vallelunga anni Settanta. E lo spirito è quello. Valentino Rossi è popolare, ma qui basta essere piloti, avere un leather, un cuoio, addosso per essere qualcuno. Le moto sportive iniziano ad essere numerose, non come le spettacolari Harley che spadroneggiano ovunque, ma sempre più amate. Ce lo conferma Chris Jonnum, inviato di "Road Racer X", una rivista americana dedicata alle gare su pista. "Il problema è che qui non c'è la Moto Gp come da voi, è un po' diverso". Più o meno il pensiero di Biaggi: "Siamo in USA, ragazzi, stelle e strisce". Già è tutto un po' anni Settanta e non per altro la Yamaha si è presentata con moto, piloti e meccanici con la la mitica livrea gialla (per la gioia di Rossi che ha nel giallo il suo colore karmico) a scacchi bianchi e neri. Erano i colori di Kenny Roberts, il marziano che portò gloria e tre titoli della 500 alla Casa giapponese e sono stati scelti per festeggiare i 50 anni di storia della Casa giappinese. La Yamaha qui a Laguna Seca sembra la padrona assoluta (non peraltro apre abbia contribuito con 2 milioni di dollari ai lavori di "messa in sicurezza"), almeno rispetto alla Honda che nella classe regina non ha mai vinto qui in California. Anche la pista, splendida, è un po' anni Settanta, cioè molto americana: pericolosa, impressionante, da pelo sullo stomaco e non solo per la mitica curva del Cavatappi, forse il rampino più impegnativo del mondiale. Strano il mondo: da noi Laguna è una pista da paura, mentre qui è la più sicura tra quelle del campionato AMA. E' gestita da un'associazione di pensionati che probabilmente sarà impallidita davanti alle richieste di Franco Uncini e della commissione sicurezza che chiedeva modifiche. "Ma come, questa è la pista più sicura...".
Le livree delle moto di Rossi ed Edwards
Invece Marco Melandri, ieri sera in hotel a Monterey diceva chiaro: "Non bisognerebbe correre qui, è pericolosa". E il problema si pone, eccome. Loris Capirossi, new entry della commissione sicurezza (al posto di Aoki e in compagnia di Rossi, Gibernau e Roberts) non ha dubbi: "Da un lato sono contento perché il tracciato non ha perso il suo fascino, però ci sono due punti impressionanti e difficili. Il primo è il rettilineo dei box dove si scollina e non si vede dove si va e poi il dritto posteriore prima del cavatappi con dossi da paura e muri a cinque centimetri dalla pista". Il resto, continua Loris: "E' migliorato, ad esempio la zona davanti ai box, però questa è una pista nella quale non puoi sbagliare e non è sicuro al 100%. Ne parleremo dopo il primo turno di prova". I ragazzi che vengono dalla Superbike mi parlano di Carl Fogarty che pelava i muretti con le pedane, e stiamo parlando di moto con 50 cavalli di meno, minimo, rispetto alle MOtoGp! Uncini, responsabile della sicurezza, smorza i toni: "Noi abbiamo fatto quello che ci hanno chiesto i piloti della commissione. Dobbiamo aspettare il primo turno di prove e poi scopriremo se c'è sicurezza. In ogni caso ciò che la commissione ha chiesto, noi abbiamo fatto". Difficile che gli americani prendano posizione. Colin Edwards scherza quando dice che non è giusto fare un doppio turno di prove il venerdì per far imparare la pista a chi qui non ha mai girato, togliendo vantaggio e lui e Hayden che la sanno a memoria. Difficile che Roberts in commissione si schieri contro la sua pista di casa. Negli anni Settanta permanenti che ci sono qui, la sicurezza è quasi un accessorio. Le star non lo sono. Rossi è popolare, e mette in fila fotosessioni sul Golden Gate a San Francisco, del resto è sul poster della gara, giusto davanti a Hopkins che lo tallona da dietro in un'improbabile sfida USA- Vecchio Continente. Nel frattempo Melandri gira in scooter e prende appunti, ne parlerà in commissione, organismo aperto a chiunque abbia qualcosa da dire. Intanto barboni alla ZZ Top in sella a moto vecchie cromate a nuovo, girano felici di essere presenti ad una festa. Nella hall del nostro hotel scaricano favolose moto d'epoca che saranno vendute all'asta e la Yamaha prepara i superkart per la sfida delle vecchie glorie. Robetta con il motore bicilindrico 250 della TZ da GP, 100 cavalli per volare tra muretti e Cavatappi.
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