Il binomio Bayliss - 999 ha fatto saltare tutti i record nei circuiti in cui ha svolto le prove in vista del Mondiale 2006, vincendo anche, seppur di poco, l’unico confronto diretto con la Suzuki di Corser. Sola bicilindrica in campo, la Desmo non teme i ‘quattro’
di Luigi Rivola –
I test invernali che hanno preceduto l’avvio del Mondiale Superbike 2005 hanno un vincitore a sorpresa: la Ducati. L’incredibile bicilindrica desmodromica messa a punto dal reparto corse bolognese ha sovvertito i pronostici ed ha dimostrato di poter affrontare le quattro cilindri giapponesi di pari cilindrata senza complessi di inferiorità, forse addirittura costringendo le avversarie ad inseguirla, come ai vecchi tempi.
Col nuovo regolamento SBK, molti avevano messo in dubbio la possibilità, per qualsiasi bicilindrico, di battersi ad armi pari col quattro cilindri, e il campionato 2005, perso dalla Ducati nonostante cinque vittorie di manche e quattro secondi posti che attestavano ancora un buon livello di competitività, era parso l’ultimo battagliero sprazzo prima di una prevedibile e giustificata resa.
Invece durante l’inverno a Borgo Panigale sono riusciti a sconvolgere ancora una volta il branco. A Losail la Ducati non solo è stata la più veloce delle moto presenti, lasciandosi alle spalle, seppur di poco, la Suzuki campione del mondo, ma ha anche stabilito i nuovi primati; la Suzuki si è rifatta a Phillip Island, ma la Ducati non c’era, infine a Valencia la 999 ha demolito ogni record. Grazie al miglior tempo in Qatar, la Ducati è dunque regina dei test invernali e si presenta al via del Mondiale con le carte in regola per vincere.
“La differenza fra la 999 F05 e l’attuale F06 è solo nelle sospensioni – ci ha detto a Valencia Davide Tardozzi, manager del Team Xerox ufficiale, che poi ha aggiunto – e nei piloti...”. Troy Bayliss effettivamente è tornato in Superbike con una grinta eccezionale: non sembra aver incontrato alcuna difficoltà nel passaggio dalla 998 alla 999, anzi, sorridendo con aria assolutamente distesa e soddisfatta, dichiara: “Sono tornato giovane”. Invece giovane non è: è una gran vecchio manico su una grande moto che non vuole invecchiare a nessun costo. Bella coppia!
A volte la Ducati cade nella trappola del complesso di superiorità e diventa antipatica. Commette errori e li paga duramente come li sta pagando con la crisi finanziaria che l’opprime. Ma i suoi motori da corsa – inutile negarlo – sono l’incubo dei progettisti giapponesi: un Davide rosso contro un Golia giallo. E spesso vince ancora Davide.
Questa non è una sviolinata né pubblicità occulta, ma solo un convinto riconoscimento alla bravura.