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26/10/2009 (6:23) - INTERVISTA
Rossi: "Metto all'asta il mio futuro"

Il pilota: «Smetterò a 34 anni.
Altrimenti che faccio, taglio il prato?»
ANDREA SCANZI
SEPANG (Malesia)
Adesso sono nove, Rossi.
«Sì, 7 nella massima categoria. Come Agostini».

Veramente Giacomo Agostini ne ha vinti 8 (e 15 in tutto).
«Otto? Mi pareva sette. (sorride) Uffa, 'sto Agostini non lo prendo mai».

Gara difficile?
«L'acquazzone ha scombinato tutto, senza pioggia saremmo andati molto meglio. Lo start era buono, la prima curva no. Ho fatto una frenata lunga un anno e mi son trovato decimo. Sono risalito, potevo stare dietro Lorenzo ma ho spinto ancora. Dopo il giro veloce, mi sono detto che il podio era possibile. Poi il Dovi è caduto e non aveva senso rischiare».

Per la nona volta, ha sfruttato il 1° match point disponibile.
«In queste occasioni ho vinto 6 volte e le altre tre, compresa questa, sono salito sul podio. Dormo bene prima della gara, non soffro la tensione».

Perché la metafora della gallina?
«Si dice che le galline vecchie sono buone solo per il brodo. Invece ho dimostrato che l'uovo, ancora, so farlo».

Ha 30 anni, è presto per essere vecchi.
«Adesso sono io quello che deve arginare le nuove leve. Prima era l'opposto. Ho cominciato a vincere presto, dodici anni fa. Capisco che, per gli altri, battermi sia il massimo. Lorenzo non fa che ripeterlo ogni volta, ma lo pensa anche Stoner. Solo che lui non lo dice».

La infastidisce?
«Mi stimola. A me infastidisce solo perdere. E' una cosa che proprio mi mette di malumore».

Lei vince da 12 anni. Dove li trova gli stimoli?
«Sono solo un appassionato di moto. Non so fare altro, sono un po' noioso in questo senso. Voglio vincere anche a Valencia, basta con questa storia del circuito tabù. E a novembre parteciperò come sempre alla gara di cross di Cavallara, Graziano (suo padre, ndr) l'ha organizzata la prima volta per festeggiare la mia nascita. Vorrei anche guidare un'altra volta la Ferrari: ho mandato un sms a Domenicali, ma non mi ha risposto. Brutto segno».

Un apprendistato per l'approdo in Formula 1?
«Figuriamoci. Rimarrò nelle moto fino al 2010. E a giugno vi dirò se e dove continuerò».

La Yamaha la vorrebbe fino a fine carriera.
«Lo so, ma ci sono molte variabili. E' stato un anno strano, l'ho capito subito che l'avversario peggiore era il mio compagno di scuderia».

Anche Honda e Ducati, che la cercano, hanno piloti ingombranti.
«Non credo. Dipenderà tutto da cosa farò io. In base alla mia decisione, a giugno potrebbero muoversi tutti: Lorenzo, Pedrosa, Stoner. I più forti. Nel 2010 ci saranno bravi esordienti, come Simoncelli, ma non raggiungeranno subito i nostri livelli».

Sta dicendo che d'estate ci sarà un'asta per averla?
«E' possibile, anche se un'asta con pochi soldi: non ci sono più neanche qui. Di sicuro sento di poter continuare ancora, diciamo fino ai 33-34 anni».

Quindi nel 2010 non smetterà?
«Penso proprio di no. Se vado in pensione a 31 anni, che faccio? Taglio il prato? Mi toccherebbe cominciare a lavorare».

È il Mondiale della maturità?
«Non direi. Ho fatto un sacco di cappelle, tipo Indianapolis. Nel 2008 avevo sbagliato di meno».

Il momento più difficile?
«Estoril. Lorenzo si è fatto sotto e ho sentito la pressione. Ero nervoso».

Quello più bello?
«L'ultimo giro a Barcellona, il sorpasso a Jorge. Mi fa piacere sapere che, quando la gara si è decisa nelle ultime curve, non sono mai arrivato secondo».

Lorenzo, proprio non lo tollera.
«Non è esatto. Ci siamo abbracciati dopo la gara, lui è corretto e molto bravo. Fuori abbiamo rapporti cordiali. Però non potremo mai essere amici per la pelle: lui è il mio rivale peggiore e viceversa. Siamo nemici acerrimi, è il nostro ruolo».


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26/10/2009 (6:27) - IL RE SOLE DELLA MOTO
Rossi, nove volte mondiale
Per l'italiano ennesimo Mondiale
e un Paese ai suoi piedi
Strega persino Brunetta:
«È lui l’Italia che piace»
ANDREA SCANZI
SEPANG (MALESIA)
Peccato per le vicende fiscali, per le parcelle non pagate ai commercialisti, per la polemica tartufata con S. Angelo in Vado per uso indebito del «46».
Senza questi inciampi, che una parte d’Italia - quella giustizialista, direbbero i politologi - non smette di rinfacciargli, Valentino Rossi sarebbe davvero l'unico capace di unire un paese spaccato a metà, caduto da tempo nel pozzo delle baruffe chiozzotte. Perfino il ministro Brunetta, insolitamente entusiasta, ha ieri sentenziato: «Vale è l’Italia che piace». E nessuno dell’opposizione si è risentito. C’è un motivo: Rossi è l’eroe vincente e simpatico, la faccia allegra degli italiani all’estero. Esportabile non meno del Barolo e molto più dello sport nostrano. La Ferrari arranca, il calcio sbanda, il tennis maschile è rimasto a Panatta. Persino la Nazionale di Lippi è per molti un corpo estraneo. Rossi, no: lui è (sarebbe) il Grande Unificatore.

Ieri il Dottore ha vinto il nono Mondiale. Gli è bastato un terzo posto. Un acquazzone improvviso ha disturbato i suoi afflati perfezionistici. Dopo la prima curva era ottavo («Ho fatto una frenata lunga un anno», ha detto lui, con quel talento innato nel trasformare l’errore in succursale della celebrazione). Diligente, su asfalto infido, ha miscelato azzardi e ragione, superando comprimari e Nemesi Lorenzo. Quello che osa somigliargli.

Era l’8° giro e non c’era alcun bisogno di quel sorpasso. Bastava rimanergli incollati. Rossi, più che all’aritmetica, regola però il suo bioritmo su palpiti insidiosi, che scandiscono il ritmo di un ego bulimico e un’urgenza dispotica. In altre parole: sottolineare il dominio. Sempre e comunque. Anche quando non ce n’è bisogno, perché è da questi particolari che si giudica un Fenomeno. Dai particolari e dalle parole. Vinto il Mondiale e fatta la consueta celebrazione («Gallina vecchia fa buon brodo», con tanto di pennuto vero munito di mini-casco), Rossi si è seduto in sala stampa. Ha esultato? No. Non all’inizio, almeno. La prima cosa che ha detto è stata: «Peccato per quell’acquazzone, senza pioggia avrei fatto molto meglio». Anche Paolo Cané una volta fece così. Aveva appena battuto Wilander in Davis, era un lunedì mattina di 19 anni fa: 5° set, l’Italia intera davanti alla tivù, il mondo ai suoi piedi. Doveva essere contento per forza. Invece andò ai microfoni e disse: «Sono molto nervoso». Nervoso di cosa? Rossi è diverso, più sfaccettato: il trionfo è il suo cibo. Dal bisogno compulsivo di vittorie trova la rigenerazione di sé. Dalla sfida perpetuata riceve il dono di una longevità disumana.

E’ stato un mondiale particolare, col rivale peggiore nello stesso garage. Situazione altamente sgradita. La Yamaha vorrebbe blindarlo, gli stati generali lo hanno ripetuto anche a Sepang. Rossi ha sorriso, senza però accettare. Ha piuttosto profetizzato un’imminente asta, con lui al centro dei desideri di Honda, Yamaha e Ducati. Chi vincerà la riffa? «Deciderò a giugno e, in base a quello che farò io, si muoveranno tutti gli altri». Una visione fedele, per quanto egotica, del (suo) mondo. Per Rossi esiste solo Rossi: ieri, oggi, domani. Lui è il Sole, gli altri pianeti accondiscendenti (o meteoriti indesiderati). Un’ottica clanica, da Adriano Celentano, che infatti di clan si intendeva.

Relegare Rossi a mero dominatore sarebbe sbagliato. Lui non è Schumacher (che a inizio carriera detestava). E’ un Re Sole sui generis, scaltro e affabile. Un pifferaio magico, anche coi giornalisti: quando parla Pedrosa, nessuno prende appunti; quando parla Lorenzo, scrivono solo gli spagnoli; quando parla lui, sembra di stare al cospetto di un Oracolo.

Correrà fino a 33, forse 34 anni. Nelle moto è un’età da brodo, più che da gallina. Eppure il più forte resta lui. La galassia è ancora rossocentrica. Rossi è l’anello di congiunzione tra gli scapigliati alla Gilles Villeneuve e gli algidi come Federer. Trasversalmente divinizzato, infaticabile demolitore di psichi altrui. Eterno ragazzo che sorride a tutti e morde come nessuno. Minuto nel fisico, bermuda da sfollato, gambette smunte: chissà dove le nasconde, tutte quelle certezze granitiche. E tutta quella guittezza, ieri spontanea e ora meno, che tracima in spot dove prima diceva «Vroooom» e oggi «Patacca». Propagazioni mediatiche delle zingarate di Macondo-Tavullia.

A Sepang, nonostante il nono sigillo, c’era come un’aria di normalità. È il rischio dei campionissimi: declinare l’eccezionalità in consuetudine. Eppure tutto questo non ha nulla di normale. A guardarlo sembra quasi che perfino l’iconoclastia possa in qualche modo evolversi, senza dimenticare le proprie rivoluzioni. Né incendiario, né pompiere: semplicemente Rossi. La ricetta di tale prodigio la conosce solo lui. Il Garibaldi virtuale d’Italia.


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"Lorenzo has pushed me to new levels and it's been a great duel to the end" - Valentino Rossi.
Valentino Rossi won his ninth world championship with one round of the 2009 season to spare, after a third place finish at a wet Sepang in Malaysia on Sunday.

The 30-year-old, who has now won seven world championships in the premier 500cc/MotoGP class, had taken the 2009 title lead with his first win of the season at round three in Jerez.

Fiat Yamaha team-mate Jorge Lorenzo and Ducati's Casey Stoner then fought back, and all three were level at the top of world championship standings after round six in Catalunya.

The next five rounds proved crucial, with Stoner falling victim to mystery fatigue problems while Lorenzo crashed out at both Donington Park and Brno.

Rossi won three of those five races to build his title lead to a peak of 50 points after the Czech Republic, but instantly lost half that advantage - and threw Lorenzo a championship lifeline - when he crashed out of the following Indianapolis Grand Prix.

The see-saw continued with a Rossi victory at Misano and then a Lorenzo win at Estoril - when Rossi was only fourth, dropping his title advantage to 18 points.

The pressure was on for Phillip Island but Lorenzo cracked first, making a mistake into turn one and crashing out, effectively wrecking his hopes of taking the title down to the final round in Valencia.

38 points clear heading into Sepang, Rossi only needed to be 25 points ahead of Lorenzo to wrap up the title - a feat he easily achieved after converting a record 58th pole into third place in the rain-delayed race, one place in front of Lorenzo.

“Nine world championships is a great achievement, I'm so happy!” said Rossi. “I would need one hour to thank everyone! Starting with everyone at Yamaha - Furusawa-san, Lin Jarvis, Davide Brivio and all my guys, especially Jeremy. I couldn't have done it without Jeremy and he is like my motorcycle father!
“I also have to thank my family and friends - Stefania, Graziano, Uccio, Albi...so many! All the team, Yamaha and Bridgestone; together we've done a great, great job and it's always a huge enjoyment to ride and work with these people.

“In order to stay at this level through a whole season you have to be calm and have the right people around you and this is what I have. We've stayed concentrated and focused even in the bad moments, so we can congratulate ourselves with this ninth title.”

Rossi suffered a scare at the start of the race when he ran wide whilst trying to outbrake Dani Pedrosa into turn one and had plummeted to tenth - behind Lorenzo, who had started from the back of the grid – by the end of a soaking first lap.

The #46 then shadowed his team-mate up the order, before taking fourth from the young Spaniard on lap eight of 21. That became third position when Andrea Dovizioso crashed out on lap 15, allowing Rossi to reach his target of celebrating championship victory from the podium.

"Without the rain it could have been a brilliant race, with the four top riders fighting together, but the rain changed it," said Rossi of the weather. "It was scary for everyone because all the work we'd done was useless and we were riding 'blind' with the setting.

“I made a good start but I made a mistake at the first corner in braking, it felt like I was braking for one year and I went wide!” he smiled. “Of course I wanted to win but after the first corner it was difficult with Casey so strong so I went for the podium. I really enjoyed the race and I think it was great to watch.

"After Dovizioso unfortunately crashed I tried to go with Dani but then he started to push and I already had the podium, so I decided to take it a bit easier. I was happy to risk a little for the podium, but it wasn't sensible to keep taking risks for second when the championship was safe.”

As has come to be expected, Rossi and his fan club had a special celebration waiting for the #46 after the race - who was handed a t-shirt and helmet with the number 9 on and the words 'old hens make the best soup'. A live hen, complete with Rossi livery, was also on hand, as were nine eggs!

"The t-shirt and the celebration is called the 'Gallina Vecchia!" In Italian we say that the old chicken makes good soup, but it's no use for laying eggs. I am old now, 30, but this old hen has made another egg today and now we have nine!” he said. “As usual I thought it up at home in Tavullia, together with my fan club, and we had great fun designing the t-shirt and the helmet.”

2009 was unique for Rossi, since it marked the first time since joining the premier-class that his team-mate had also been his main title rival.
"It's been a great season, for sure one of the hardest at times,” reflected Rossi. “It's been harder than last year, when we won after two difficult years, but we've had some troubles this year at times and I have had a very hard rival in my team-mate Lorenzo. He has pushed me to new levels and I think it's been a great duel to the end.

“There have been some bad moments, like Portugal when we weren't at 100%, but we have worked well. Lorenzo has done a great job to put this pressure on us so I have to say well done to him.”

"Every year is special but this year was very interesting because we realised from the start of the season that our strongest rival was in our garage,” confirmed Rossi's team manager Davide Brivio. “It hasn't been easy but it's been a fascinating season for everyone.”

Rossi has won six of the 16 races so far this season, compared with four victories for Lorenzo, four for Casey Stoner - who dominated Sunday's race - and one each for Repsol Honda riders Pedrosa and Dovizioso.

Crucially, Rossi failed to score points only twice (Le Mans and Indianapolis) compared with four times for Lorenzo.

"This season we've had a mono-tyre rule but we have still improved the lap record in many laps and this shows that we've all been on the limit all season,” commenedt Rossi. “This is why we've all made mistakes; this is to be expected when you have four riders fighting together.

"The best moment of the season for me, the best emotion, was the last pass in the last corner at Barcelona,” said Rossi, who snatched home victory from Lorenzo in Catalunya. “This was the most exciting moment of the championship for me, one of the best for many years I think! The worst moment was probably the stupid error and crash in Indianapolis, but this led to the perfect win in Misano in front of all the fans so in the end it was okay!”

Seven MotoGP titles is just one less than the record of Giacomo Agostini, while nine world championships in all classes puts Rossi equal third alongside Mike Hailwood and Carlo Ubbiali - and behind only Angel Nieto (13) and Agostini (15) .

"I still feel just as motivated as ever,” insisted Rossi. “I still have a great passion to ride better and better, to be on my bike and to win. I enjoy always trying to improve and to work with my team to do this. I am 30 but I still feel great emotion and great satisfaction from success.

“My passion for motorcycles is what keeps me enjoying every race and helps me to keep pushing even though I am the oldest of these first top guys. I have to train harder and work harder to stay focused now, but I still enjoy the challenge as much as ever.

"I think next year will be very, very hard. We're all on the same bikes and I think it will be between me, Lorenzo, Stoner and Pedrosa again. On Tuesday in Valencia we will try the new model and I am looking forward to working on the new M1, but I have the greatest rival in my team so it won't be easy!
"Every championship is special for different reasons, it's unforgettable every time and this day is no different. I'm world champion once again and now I want to go and party!" Rossi concluded.

“We have to give huge congratulations to Valentino because this year we've seen him work harder than ever, and when the level goes up he puts even more effort in and this means that we, too, have all had to work even harder to keep up with him!” added Brivio.

Rossi's nine titles are split four with Yamaha, three with Honda and two with Aprilia.

Fiat Yamaha has won the 2009 Teams' title while Yamaha is assured of the Constructers' crown providing M1 riders do not break the new engine limit rules.

The final round of the 2009 MotoGP season will be held at Valencia on November 8.


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ROSSI-LORENZO, IL 2009 IN UN DUELLO



Pedrosa e Stoner sono stati comprimari di lusso

Tutti contro Valentino Rossi. Casey Stoner, Daniel Pedrosa e Jorge Lorenzo hanno messo nel mirino il pesarese, rendendo il 2009 un confronto a quattro. Un campionato, quello della MotoGP, che però ha perso strada facendo due dei quattro moschettieri, Pedrosa e Stoner, e che si è risolto con un duello in casa Yamaha. Duello che alla fine ha premiato ancora una volta, la nona, Rossi, capace di piegare nel finale il rivale spagnolo.

GP del Qatar: Stoner
La prima gara stagionale della MotoGP, a Losail, si è risolta in un duello a distanza tra Casey Stoner e Valentino Rossi. Alla fine in Qatar l'ha spuntata il ducatista, scattato al comando e bravo a tenere tutti a distanza. Il pesarese della Yamaha, invece, ha rimontato dalla quarta piazza, ma non è riuscito a chiudere lo strappo, piazzandosi secondo. Sul podio anche Jorge Lorenzo. Quinto Dovizioso, sesto De Angelis, caduto Capirossi. Per la prima volta nella storia, in Qatar si corre di lunedì. L'attesa di un giorno in più, però, viene premiata con un bel garone, di quelli che si buttano alle spalle un inverno grigio-crisi e la pioggia nel deserto. Al via è subito Stoner a prendere il comando della corsa, facendo capire che l'intenzione è quella di fare gara in solitaria. E così è. La rossa di Borgo Panigale vola tra i cordoli di Losail, mentre dietro si fa lotta serrata.

GP del Giapone: Lorenzo
Jorge Lorenzo ha vinto il GP del Giappone sul tracciato di Motegi. Lo spagnolo della Yamaha si è imposto sul compagno di box, Valentino Rossi, e sul connazionale Dani Pedrosa con la Honda. Quarto posto per la Ducati di Casey Stoner che beffa nei giri finali il nostro Andrea Dovizioso. Sesto posto per un grande Marco Melandri in sella alla Hayate, che precede la Suzuki di Loris Capirossi. Tredicesima piazza per De Angelis davanti a Canepa. Dopo il diluvio che aveva impedito lo svolgersi delle qualifiche del sabato, il sole torna a baciare la MotoGP. La variabile metereologica ha però segnato profondamente la corsa di Motegi, visto che un po' tutti hanno dovuto improvvisare il setting per la gara.

GP di Spagna: Rossi
Valentino Rossi ha vinto il GP di Spagna, sul tracciato di Jerez. Il campione della Yamaha si è imposto su Dani Pedrosa e Casey Stoner, entrambi a podio. Colpo di scena a pochi giri dalla fine con la caduta di Jorge Lorenzo. Lo spagnolo è scivolato mentre occupava la quarta posizione, nel tentativo di recuperare su Stoner. Spettacolare quinto posto di Marco Melandri che ha preceduto Loris Capirossi. Al via scatta bene Pedrosa che si porta al comando seguito da Stoner, Lorenzo e Rossi. Un trenino che va via compatto, con tutti i piloti piuttosto "abbottonati" per non sbagliare

GP di Francia: Lorenzo
Jorge Lorenzo vince il GP di Francia e va in testa al mondiale, dopo una gara partita con gomme da bagnato diventata asciutta dopo pochi giri. Lorenzo s'inventa la strategia vincente e sale sul podio insieme a Marco Melandri e Dani Pedrosa. Valentino Rossi, tornato ai box per primo per cambiare la moto, cade subito dopo. Rientrato in pista deve anche subire un ride-through per non aver rispettato il limite in pit-lane, chiude 16° e ultimo. Bella prova di Andrea Dovizioso, quarto all'arrivo, ma beffato all'ultimo giro dal compagno di box con un passo nettamente superiore. Quinto posto per Casey Stoner che precede Chris Vermeulen, Colin Edwards e Loris Capirossi.

GP d'Italia: Stoner
Casey Stoner ha vinto il GP d'Italia sul tracciato del Mugello. L'australiano della Ducati è stato il più bravo ad interpretare una gara partita bagnata e poi diventata asciutta, con il conseguente cambio di moto ai box per tutti i piloti. Sul podio salgono i due piloti della Yamaha, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi. Bella prestazione di Andrea Dovizioso e Loris Capirossi, rispettivamente quarto e quinto. Il re è caduto? No, è solo sceso di un paio di gradini a causa dell'ennesima gara viziata dal meteo. Il terzo posto di Rossi arriva così dopo una corsa dove è successo di tutto. Un GP partito bagnato, che arriva dopo due giorni di prove sotto il sole e diventa asciutto prima della metà, costringendo tutti i piloti all'ormai celebre cambio di moto. Una serie di variabili che hanno determinato una gara ricca di sorpassi e colpi di scena, con molti piloti che si sono alternati al comando. Tutto questo però non toglie la meritata gloria, al talento e alla grinta con cui Casey Stoner ha portato la Ducati a vincere il suo primo GP d'Italia. Un risultato che premia anche la "tattica" del team di Borgo Panigale, che per tutto il weekend ha lavorato alla grande per mettere Casey in condizione di vincere. In gara Rossi ha pagato la scelta delle gomme dure, consigliate dal tecnico della Bridgestone, che non gli ha permesso di essere efficace al rientro in pista dopo il cambio. Il Dottore conosce ogni centimetro del circuito toscano e ha comunque fatto una grande gara da protagonista.

GP di Catalogna: Rossi
Valentino Rossi ha vinto il duello tutto Yamaha con Jorge Lorenzo al GP di Catalogna. A Barcellona i due hanno viaggiato a braccetto per l'intera gara della MotoGP e all'ultima curva il pesarese ha effettuato un sorpasso impossibile che gli è valso il successo. Non ha potuto fare nulla, invece, Casey Stoner, terzo al traguardo su Andrea Dovizioso. Ora Rossi, Lorenzo e Stoner guidano la classifica con 106 punti a testa La vittoria numero 99 della magica carriera di Rossi è arrivata al termine di una domenica che resterà negli annali del Motomondiale. Tutto quello che è successo prima degli ultimi 4.727 metri della corsa si può riassumere con la partenza lampo di Lorenzo, il sorpasso con tentativo di fuga di Rossi e il nuovo aggancio del maiorchino. Il giro finale, invece, è stato al cardiopalmo. Lorenzo si è portato al comando alla prima staccata e da qui è cominciato uno spalla a spalla infinito. Vale torna davanti, Jorge gli risponde subito e chiude tutti i buchi possibili. Fino all'ultima curva, quella a destra che porta sul traguardo. Rossi vede un varco impossibile e ci si infila, prendendo di sorpresa lo sfrontato compagno di squadra: a dividerli saranno 95 millesimi. Poi è solo festa, con l'otto volte campione del mondo al settimo cielo su una delle pista che più ama (sempre sul podio dal 1997 ad oggi) e il rivale scuro in volto. In un colpo solo Valentino si è vendicato di chi gli aveva strappato la pole 24 ore prima e lo aveva battuto nel "suo" Mugello.

GP d'Olanda: Rossi
Trionfo di Valentino Rossi ad Assen, dove è andata in scena la settima prova della MotoGP 2009. In Olanda il pesarese della Yamaha ha ottenuto la vittoria numero 100 della carriera, dominando sin quasi dal via. Niente hanno potuto contro di lui il compagno di squadra Jorge Lorenzo, secondo, e l'australiano della Ducati, Casey Stoner, terzo. Fuori gara le due Honda Hrc, con Pedrosa e Dovizioso caduti. Tutti quelli che si aspettavano una volata come quella di Barcellona sono rimasti inesorabilmente delusi. Rossi non ha voluto dividere il palcoscenico con qualcun altro e dopo una breve battaglia con Pedrosa e Stoner ha tolto l'àncora e si è involato verso la leadership solitaria della classifica generale. A provato a tenere la sua scia ci ha provato Lorenzo, sicuramente penalizzato da una partenza non brillante e costretto a recuparare diverse posizioni prima di mettersi a caccia.

GP degli Usa: Pedrosa
Bella vittoria di Dani Pedrosa a Laguna Seca. Il pilota spagnolo della Honda si è messo alle spalle i due piloti della Yamaha, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Quarto crono, invece, per il ducatista Casey Stoner. Buona la prova di un rigenerato Nicky Hayden che si piazza al quinto posto. Pedrosa ha dominato il GP degli Stati Uniti, ottavo appuntamento del Mondiale, sin dall'inizio. Nel finale Vale e Jorge sono stati protagonisti di una grande rimonta. Dani Pedrosa torna così alla vittoria, dominando l'ottava gara dell'anno. Per Valentino Rossi 151 punti in classifica mondiale e un secondo posto che vale un allungo importante sul compagno di marca. Infatti con 142 punti Jorge Lorenzo tiene nel mirino l'italiano, mentre è più staccato Casey Stoner, terzo con 135 punti.

GP di Germania: Rossi
Valentino Rossi firma la sua vittoria numero 101 nel GP di Germania. Il Dottore ha tagliato il traguardo del Sachsenring, battendo in volata il compagno di squadra Jorge Lorenzo. Terzo il pilota della Honda, Dani Pedrosa, che ha preceduto la Ducati di Casey Stoner. Quinto Alex De Angelis, davanti al compagno di box, Toni Elias. Ritirato Andrea Dovizioso. Con questo risultato Rossi raggiunge Giacomo Agostini a quota 159 podi. Grazie al successo nel GP di Germania, Rossi conquista anche la 75esima in MotoGp e la quarta in questa stagione, consolidando la leadership nella classifica del Motomondiale: Valentino comanda con 176 punti, contro i 162 di Lorenzo. Terzo Casey Stoner con 148 punti seguito da Pedrosa (Honda) con 108 punti.

GP di Gran Bretagna: Dovizioso
Andrea Dovizioso vince il suo primo GP della classe regina in Gran Bretagna. Il pilota della Honda trionfa sull'asfalto bagnato di Donington, davanti a Colin Edwards e Randy De Puniet. Quarto Alex De Angelis che precede Valentino Rossi, scivolato a metà gara. Solo nono Dani Pedrosa, mentre è caduto Jorge Lorenzo. Disastro Ducati che sbaglia le gomme in partenza: Casey Stoner 14°, Nicky Hayden 15°.

GP della Repubblica Ceca: Rossi
Valentino Rossi allunga a +50 nella classifica mondiale, andando a vincere il GP della Repubblica Ceca a Brno. Il Dottore è bravo a gestire la lotta con il compagno di marca, Jorge Lorenzo, che è troppo frettoloso ed esagera, finendo a gambe all'aria nelle vie di fuga e regalando la seconda posizione a Dani Pedrosa, staccato di quasi 12 secondi. Terzo Toni Elias, seguito da Andrea Dovizioso e Loris Capirossi. Incidente nel finale tra Kallio e Melandri. La MotoGP a Brno mette in pista una gara tattica, di studio, d'attesa, ma molto significativa per il mondiale. La chiave del GP è ovviamente la caduta di Lorenzo. Una scivolata fuori luogo, che non ci sta. Soprattutto perché dimostra che lo spagnolo è maturo a livello di guida, ma paga ancora tanta pressione psicologica nel confronto diretto. Per capirlo basta guardare il passo dei due piloti Yamaha, che si permettono il lusso di firmare un giro identico in 1:56.849. Stessa moto e stesse gomme, per una cavalcata dal ritmo insostenibile per gli altri. Roba che gente come Pedrosa, che proprio l'ultimo arrivato non è, si becca sotto la bandiera a scacchi quasi 12 secondi dal primo. Ma un gran ritmo non basta. Non nel corpo a corpo, quando la pressione sale. Giocare a limarsi decimi di distacco sfruttando ogni millimetro della pista, come ha fatto Jorge su un Valentino, non serve a nulla se poi al primo accenno di bagarre si sbaglia, buttando al vento la gara e forse il Mondiale. Questione di nervi saldi ed esperienza, che premiano Valentino.

GP di Indianapolis: Lorenzo
Jorge Lorenzo trionfa nel GP di Indianapolis. Lo spagnolo della Yamaha sale sul podio con Alex De Angelis (Honda) e Nicky Hayden, che ha preceduto Andrea Dovizioso nella volata finale. Vittoria facile per Jorge dopo la doppia caduta di Dani Pedrosa, fuori al 3° giro ma 10° al traguardo, e quella di Valentino Rossi, ritirato. Quinta piazza per Colin Edwards, mentre cade durante la lotta col texano, Marco Melandri. Ha il casco e lo scudo di Capitan America, ma si arrampica come l'uomo ragno sulle reti di Indianapolis, prima di volare come Superman tra le braccia degli uomini del suo team. Una confusione lecita per il super eroe del giorno, che ci sta tutta nell'euforia della vittoria. Così Lorenzo festeggia l'inaspettato ritorno nella lotta per il mondiale. Venticinque punti guadagnati facili, regalati con tempismo perfetto da Valentino Rossi. Una ruota della fortuna che quest'anno tanto concede, tanto alla svelta toglie. Una consapevolezza che colpisce anche Pedrosa, strepitoso venerdì e sabato, quanto sfortunato domenica. Due cadute con tempi, modalità e significati diversi, che hanno un effetto dirompente, prima di tutto sulla classifica del GP.

GP di San Marino: Rossi
Valentino Rossi non fa sconti e si aggiudica il GP di San Marino e della Riviera di Rimini, classe MotoGP. Sul tracciato di Misano, il Dottore vince davanti a Jorge Lorenzo, staccato di 2'416, e Dani Pedrosa a quasi 10 secondi. Arrivo in volata per Andrea Dovizioso che beffa al fotofinish Loris Capirossi. Con questa vittoria Rossi si porta a 30 punti su Lorenzo nella classifica mondiale. A Misano gli asini volano per davvero. Forse perché sono solo travestiti da ciuchini, quando in realtà sono cavalli di razza. Un moderno Pegaso che trionfa ancora un volta, per la gioia della marea gialla sulle tribune. Una vittoria che Valentino ha ottenuto ironizzando sulla caduta di Indianapolis, un successo fortemente voluto per rimettere subito in riga l'esuberante compagno di marca. Ma anche per mandare un segnale netto alla Yamaha, avvertendola di non ricordarsi sempre chi è il numero uno.

GP del Portogallo: Lorenzo
Jorge Lorenzo ha vinto il GP del Portogallo, classe MotoGP. Lo spagnolo della Yamaha ha conquistato la quarta vittoria stagionale, precedendo sul podio la Ducati di Casey Stoner, tonico al suo ritorno, e la Honda di Dani Pedrosa. Quarto il campione del mondo Valentino Rossi, che resta leader della classicia, ma Lorenzo riduce a 18 punti lo svantaggio. La Yamaha ha vinto matematicamente il mondiale costruttori. Settimo Andrea Dovizioso.

GP d'Australia: Stoner
Casey Stoner è tornato. Il ducatista vince il GP d'Australia, imponendosi con una guida spettacolare quanto efficace, su Valentino Rossi e Dani Pedrosa. Quarto Alex De Angelis, davanti a Colin Edwards, Andrea Dovizioso e Marco Melandri, strepitoso settimo con l'Hayate. Caduto subito alla prima curva Jorge Lorenzo a causa di un contatto con Nicky Hayden. Il Mondiale è quasi chiuso a due gare dalla fine: Vale a +38 su Jorge.



Fonte: controcampo.mediaset.it


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Underdogs' Chief
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questa e' un po' da WWF piu' che da WLF

una TV tedesca si chiedeva se fosse della polleria Osvaldo


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