La terza Ferrari per Valentino Rossi
Il progetto che piace a Jean Todt.
Futuro diviso tra Formula 1 e moto
CRISTIANO CHIAVEGATO
TORINO
Dalla Ferrari, per ora, Valentino Rossi ha ricevuto solo i complimenti di Luca Montezemolo. Ma il nove volte campione del mondo non ha fretta. Il suo carnet di appuntamenti è pieno di motori: l’ultima gara della MotoGP a Valencia, un motocross per beneficenza organizzato da papà Graziano, il Rally di Monza e quello iridato in Messico a marzo. In mezzo, qualche periodo di vacanza e le prove per il campionato 2010 quando rimetterà in palio il titolo contro Lorenzo, Stoner e compagnia bella. Il decimo uovo gli fa gola. Ma nei sogni del folletto di Tavullia, come in quelli del suo genitore, c'è sempre la Rossa. «Vorrei vedere Valentino alla Ferrari - ha detto Graziano -. Avrà una certa età, ma lui è un marziano, è in grado di farcela».
Parole che si aggiungono a quelle pronunciate dal figlio domenica sera, quando ha dichiarato che, come regalo per l’ultimo trionfo, vorrebbe una giornata di test al volante della F60. «Ho mandato un sms a Stefano Domenicali - ha affermato con malcelato rammarico -. Non mi ha ancora risposto». Ci sono dei motivi per i quali a Valentino questa sfida in F1, frulla sempre in testa. Quando ha provato le vetture del Cavallino si è sempre divertito. Adora la velocità e in curva le monoposto vanno più forte delle moto. «Deciderò a giugno cosa farò da grande - ha detto Rossi -. Non mi ritiro prima dei 33-34 anni e forse oltre». Assodato che il Dottore gareggerà ancora per almeno una stagione con la Yamaha, resta aperta la porta per quelle successive. La marca del diapason, come ha spiegato Davide Brivio, il suo team manager farà di tutto per tenerselo: «Dal mio punto di vista è vecchio per esordire in F1. Dovrebbe ripartire da capo, cominciare una nuova carriera, avendo gli occhi di tutti addosso».
Valentino si trova bene con la Yamaha: in un calcolo delle probabilità, la sua squadra ha la percentuale maggiore di lavorare con lui. Con il Dottore, tuttavia, non si è mai certi. E l’idea della Ferrari lo eccita. I tecnici di Maranello hanno apprezzato le sue capacità, i dati raccolti sono più che incoraggianti. È chiaro che, se Valentino potesse scegliere senza remore, correrebbe sul Cavallino. Gli ostacoli sono molti. Dovrebbe disputare una gara in una formula minore per capire meglio la situazione. E poi c'è il nodo della terza macchina che la Ferrari vorrebbe, ma sulla quale le altre scuderie non sono tutte d’accordo. C’è la possibilità, tuttavia, che con il tempo Jean Todt, una volta assestato alla presidenza Fia, spinga per questa soluzione per risollevare l’immagine della F1 dal 2011. Proprio l’anno in cui Rossi potrebbe essere libero. Le alternative, rally a parte (è sempre un’ipotesi), sono le altre marche al vertice del motociclismo. La Ducati farebbe carte false per averlo. Un italiano campione su una moto tricolore, o meglio su una «rossa».
Ma è un rischio grandissimo, perché al momento solo Casey Stoner riesce a guidare e a vincere con una due ruote che ha messo in difficoltà molti piloti. Vedi Melandri e Hayden. Varrebbe la pena, anche se Rossi ama confrontarsi soprattutto con se stesso, chiudere la carriera con un possibile passo falso? Ultima opportunità, un clamoroso ritorno alla Honda. Valentino divorziò con la squadra per la quale dal 2001 al 2003 conquistò 2 Mondiali per dimostrare che avrebbe vinto anche con un’altra moto, fra l’altro a digiuno di titoli nella classe regina da undici stagioni. Sarebbe la chiusura del cerchio. L’attrazione fatale però arriva dalla Ferrari. Anche perché il dottor Rossi dopo aver battuto Giacomo Agostini vorrebbe superare anche John Surtees l’unico pilota di moto diventato campione mondiale anche in F1, con la Ferrari.
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