Da motosprint:
Andrea Dovizioso fatica a sorridere a fine gara
"Non è che non sono contento, è che volevo vincere e ci sono arrivato vicino senza riuscirci. Se avessi rischiato un po' di più, chissà... Ecco perchè non sono proprio felice".
D: "C'è qualcosa che non ha funzionato?"
"L'asfalto all'inizio era molto insidioso: avevamo tutti le slik, non c'era una traiettoria ben chiara ma molte chiazze; in queste condizioni non senti l'aderenza della moto, passi su queste chiazze e non sai se starai in piedi. Guidare bene è questione di esperienza in queste condizioni. Infatti è per questo che ho sempre cercato di stare dietro a qualcuno: innanzittutto non volevo che scappassero, e poi volevo vedere come curvavano gli altri. Quelli che hanno più esperienza di me in questa categoria".
D: "Sei stato molto vicino anche a Pedrosa?"
"Si, perchè lui è il riferimento. Ed è stato grazie a lui che ho imparato molte cose, riuscendo ad arrivare alla fine con la moto in buone condizioni. Peccato però per Stoner..."
D: "Pensi che avresti potuto batterlo?"
"Sinceramente, sono partito per vincere e penso che avrei potuto farcela. A Jerez ho avuto dei problemi, ma qui le cose si sono messe subito bene già nelle prove e sono partito con questa idea. Ma avrei dovuto provarci di più, non ho fatto abbastanza. E' che l'Aprilia in uscita di curva è molto forte, in fondo al rettilineo non ero in grado di attaccare; c'era qualche curva in cui avrei potuto provarci, e avrei dovuto farlo".
A me sembra un ottimo mix di aggressività, umiltà e realismo: secondo me questo ragazzo ha un futuro.