tra l'altro, un pelo off topic, cercando l'articolo di cecchinello che parlava del carattere di stoner ho trovato questo..
http://archiviostorico.corriere.it/2009 ... 2080.shtml
Stoner impenna: «La correttezza? Non fa per voi europei»
La svolta Dopo due anni di gare con gente che non si fa problemi, ho capito che devo adeguarmi Le scuse Con le gomme uguali per tutti, nessuno ha più scuse quando perde dalla Ducati
BARCELLONA - Un sorriso e il dito medio alzato: «I don' t care», non me ne frega niente. Lo zen all' australiana del maestro Casey Stoner funziona così. Al quarto anno di MotoGp, il terzo in Ducati, dopo un Mondiale stravinto nel 2007 e un secondo posto nel 2008, Babyface si è definitivamente chiarito le idee sulla vita e sulla motocicletta: «Se resto in questo mondo è solo perché amo troppo correre. Ma adesso, come non mi preoccupo degli altri in pista, così non me frega più niente di quello che dicono i giornalisti o gli avversari per trovare scuse».
Questo la fa stare meglio? «Molto meglio. Quest' anno mi sento molto più rilassato». In effetti sorride come mai. Merito anche del grande inizio stagione? «Certo, anche se io e la Ducati non abbiamo ancora mostrato tutto il potenziale». Mica male, visto che è 1° in classifica e ha vinto 2 gare su 5, l' ultima al Mugello dove Rossi dominava da 7 anni... «Del Mugello mi è piaciuta soprattutto la felicità della gente Ducati. Lì non avevano mai vinto, aver dato loro questa gioia è stato fantastico». Si sente favorito per il Mondiale? «Essere in testa ora non conta niente. Rossi è Rossi, Lorenzo ha vinto già 2 gare, Pedrosa tornerà. È presto». Lei dice che sta ancora migliorando come pilota. «Vero. Ora ho una mentalità diversa, sono più aggressivo». In che senso? «È difficile spiegarlo,
temo che voi europei non mi capiate. Diciamo che di base io mi ritengo molto corretto. Quando sorpasso mi preoccupo di non creare problemi agli altri e se lo faccio sto male. Ma, dopo due anni di corse con gente che non si preoccupa di te, ho imparato che devo fare anch' io così». Chi è l' avversario più aggressivo/scorretto? «Dipende dalle gare, non ce n' è uno solo». Patisce ancora l' effetto Laguna Seca, quando nel 2008 Rossi la batté dopo un sorpasso al limite? «Forse.
Ma molti nel paddock sanno chi fra me e lui ha fatto la manovra pericolosa: io al suo posto avrei chiesto scusa. Ecco perché ora è venuto il tempo di cambiare». Con Rossi parla mai? «I piloti europei sono poco inclini al dialogo. Io parlo solo con quelli di lingua inglese.
Del resto, questo è il mondo dove c' è chi mette i muri nello stesso box (Lorenzo e Rossi alla Yamaha, ndr)...». Un muro ideale in realtà c' era anche in Ducati l' anno scorso fra lei e Melandri. «Non per colpa mia. Io concepisco il box come un luogo di cooperazione per il bene del team. Chi erige muri, veri o ideali, lo fa solo perché ha paura». Con Hayden, il suo nuovo compagno, è diverso? «Nicky è fantastico. Condividiamo i dati e le esperienze, lavoriamo insieme: questione di differente cultura sportiva». Che significa? «Un esempio tipico sono le partite di calcio qui da voi: i tifosi si odiano, si picchiano, considerano lo sport una guerra. È stupido. Dicono che noi australiani e gli americani siamo easy going, alla mano: la verità è che semplicemente non ci uccidiamo fra di noi». Perché in Ducati va forte solo lei? «L' ho detto un milione di volte: per me la moto non ha problemi. Forse bisognerebbe chiederlo agli altri piloti». Direbbero che il loro vero problema si chiama Stoner. «Non credo. Altri in Ducati hanno fatto risultato». L' anno scorso ci disse che il 70-80 per cento di quello che dicono i media su di lei è falso. È ancora così? «Ora sono al 50-60 per cento. Non c' è più la menata della gomme, tutti abbiamo la stessa e ci sono meno scuse...». Cosa pensa quando le imputano di non essere personaggio?
(Sorride e mostra il dito medio). In parole? «Questo sono io, un pilota, non un attore. A me interessa venire qui, fare bene il mio lavoro e tornare a casa. Stop». Quanti amici ha nel paddock... «A parte mia moglie?». A parte.
«Nessuno». Alessandro Pasini