Parla il talento spagnolo che fino all’ultimo ha conteso il titolo a Rossi
LORENZO «Studio i suoi segreti. E voglio iniziare anch’io a sviluppare la moto»
«Rossi ha meritato il Mondiale in pieno, e non solo perché ha sbagliato meno di tutti: è il top di sempre. Lo riguardo anche al video...» «Devo migliorare, come tutti i giovani, però io sono fiero della mia crescita e faccio tesoro degli errori: la distanza tra noi si è ridotta»
NOSTRO INVIATO GIORGIO PASINI
SEPANG. Domenica ha perso, ma anche vinto. Ha perso la battaglia Mondiale con Valentino Rossi, ma oltre che l’onore delle armi («mi ha messo molto in difficoltà, è uno degli avversari più tosti che ho incontrato e continuerà ad esserlo»), ha conquistato definitivamente il suo rispetto andando a complimentarsi sotto il podio e affermando pubblicamente: «Valentino è stato il migliore, punto. In pista si lotta, anche duramente, ma poi bisogna riconoscere sportivamente la realtà: è stato il più forte, ha meritato di vincere il Mondiale ». Ma Jorge Lorenzo ci riproverà, anche perché esce più forte da questo 2009.
Jorge, nessun rimpianto, specie dopo il colpo di sfortuna di domenica?
«No, anche perché non è certo qui che ho perso le mie chance di vincere il titolo. Il campionato se n’era già andato in Australia, con quell’errore alla prima curva. E poi, anche se non avessi avuto quel problema d’accensione sulla moto, domenica non avrei potuto comunque vincere. Quando ho visto il cielo coprirsi ho capito che avrei perso: Stoner in quelle condizioni è troppo forte per tutti».
Non crede d’aver pagato sul più bello la rottura all’interno del suo box, con l’addio di Romagnoli e altri tecnici?
«No, non ho perso il Mondiale per quello. D’altronde non è certo colpa loro se ho sbagliato in Australia e se domenica la moto non s’è accesa. Quella è solo sfortuna».
Manco rileggendo la stagione le viene da mangiarsi le mani?
«Forse con qualche errore in meno adesso il campione sarei io, è vero, ma gli errori, a parte quello di Phillip Island, sono sempre stati frutto della voglia di vincere. E se non cerchi di vincere, se cerchi il limite tuo e della moto, non puoi pensare di battere uno come Rossi e conquistare il Mondiale. Io l’ho fatto e sono orgoglioso di questa splendida stagione: ho vinto quattro gare, due in più della scorsa, e sono stato sempre in prima fila a lottare per il titolo».
In effetti ha messo tanta pressione a Vale: anche lui ha sbagliato tanto.
«Vero, ma meno di me. Per questo è stato il migliore e si merita il titolo. Alla fine è stato un po’ più forte di noi giovani. Significa che dobbiamo lottare di più per batterlo ».
Qual è il suo vantaggio?
«Sicuramente l’esperienza è molto importante. Vale ha sfruttato il fatto di essere abituato, sicuramente più di me, ad affrontare la pressione di questi momenti, a trovarsi nella situazione di doversi giocare il Mondiale. E poi è il pilota più completo. Non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando del migliore di sempre, un talento incredibile che fa sempre tutto bene. Per batterlo dobbiamo fare quello che fa lui o di più».
Crede che sia possibile?
«Se non lo pensassi rimarrei a casa. La sfida non mi spaventa. Nel 2008, quando sono arrivato in MotoGP, ero molto più indietro, sbagliavo tanto. Adesso sono ancora un gradino sotto di lui, ma la distanza s’è ridotta. E onestamente io stesso non pensavo di crescere così in fretta: sono arrivato a lottare per il titolo prima di quando m’aspettassi ».
E cosa pensa di fare per conquistarlo il prossimo anno?
«Sono pronto ad allenarmi di più, continuando a cercare di strappare a Valentino qualche segreto. Io l’osservo, lo studio. E non solo in pista. Quando torno a casa dopo i gran premi mi riguardo tutto in video, cerco di capire ogni minimo dettaglio per migliorare».
Furusawa, il boss della Yamaha, ha chiaramente detto che offrirà a Rossi tecnologia e leadership anche all’interno della squadra: è preoccupato?
«No. Furusawa mi ha promesso che avrò lo stesso trattamento tecnico di Valentino. Poi è normale che a lui sia affidato lo sviluppo della moto: ha più esperienza. Però vorrei cominciare a farlo anch’io: credo che sarebbe meglio per me e anche per la Yamaha. Anche perché non c’è solo Valentino da battere».
In effetti Stoner ha impressionato al suo rientro in queste ultime tre gare.
«Ha sfruttato al meglio due piste, Phillip Island e Sepang, a lui e alla Ducati favorevoli, ma anche a Valencia vanno forte... Il fatto è che pure lui è un talento naturale, impressionante per la capacità di capire il limite della pista molto più in fretta degli altri. Sì, il prossimo anno dovremo battere anche
lui».
Non crede che la Yamaha riesca a mantenere il suo predominio?
«Spero che continui così, che anche nel 2010 avremo la moto migliore e che io e Valentino potremo lottare per il titolo. E so che stanno lavorando perché sia così. Ma ogni anno cambia qualcosa. E sicuramente Ducati e Honda non staranno a guardare ».
E lei il prossimo anno si guarderà intorno?
«Quello ve lo dirò il prossimo anno, appunto
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